Contabilizzatori di calore: guida all’uso, prezzi, trucchi

contabilizzatori di calore

Dopo la direttiva 2017/27 dell’Unione Europea in materia di efficienza energetica entrata in vigore dal 31 dicembre 2016 i radiatori delle nostre abitazioni non sono più stati gli stessi.

La legge ha introdotto infatti due novità con l’obiettivo di abbattere gli sprechi nel riscaldamento centralizzato. La prima è l’introduzione delle valvole termostatiche per la regolazione autonoma delle temperature su ogni unità, mentre la seconda sono i contabilizzatori di calore.

Il contabilizzatore del calore è un dispositivo che viene applicato a contatto con la superficie del termosifone e che provvede a misurare il calore emesso dall’unità per calcolare il consumo effettivo e il costo del riscaldamento per la casa. Non è un caso se il piccolo congegno ha preso anche il nome di contacalore.

Per la funzione che svolge, e per l’obbligo che impone la norma europea, tutte le persone che devono installare diversi “ripartitori” (vedremo perché si chiamano anche così) sono interessate alla stessa cosa: come si leggono, i prezzi e se esistono dei piccoli trucchi per dichiarare di consumare meno riscaldamento, riducendo i consumi in bolletta. Vediamolo insieme.

Contabilizzazione calore: come funziona?

Il contabilizzatore del calore è uno strumento da installare per obbligo su ogni radiatore collegato a un impianto di riscaldamento centralizzato (non ancora su quelli autonomi), che può servire a ridurre notevolmente l’impatto ambientale di condomini e luoghi pubblici.

Come funziona? Sostanzialmente la contabilizzazione del calore registra il consumo energetico di ogni singolo radiatore. Il contacalorie funziona a batteria e comunica via radio o tramite wi-fi con una centralina, che raccoglie i dati inviandoli a un server centrale dove vengono archiviati.

L’installazione viene effettuata da un professionista specializzato nella gestione dei contacalore, che si occupa periodicamente delle cure di manutenzione. Chi li paga? Di solito i costi vengono ripartiti tra i condomini.

A cosa serve installare contabilizzatori per riportare i dati relativi al consumo di ogni radiatore? I numeri che registra il contacalore forniscono una misura precisa del consumo di ogni appartamento per stabilire con certezza quale unità abitativa consuma di più e in quale zona della casa.

Questi dati servono a due scopi parimenti importanti. Il primo è ripartire equamente i costi del riscaldamento all’interno del condominio che fruisce dell’impianto centralizzato, motivo per cui questi dispositivi portano anche il nome di ripartitori di calore. A nessuno piace pagare per qualcosa che non consuma, in più versare un importo fisso scoraggia le persone dal fare attenzione a risparmiare energia.

Il secondo è quello di monitorare l’utilizzo del radiatore giorno per giorno, fornendo una misura importante per chi abita in appartamento. Se per esempio il termosifone consuma molto ma serve a poco puoi risparmiare energia abbassando il livello di calore richiesto regolando la sua valvola termostatica.

Ecco in sintesi come funziona un contabilizzatore calore per condomini: lui registra quanta energia viene consumata, e tu paghi solo per quanto hai effettivamente usato il riscaldamento.

Non si tratta quindi di un termostato, perché non permette di gestire la temperatura e la quantità di acqua che entra nei caloriferi. Tuttavia alcuni contabilizzatori di calore moderni uniscono le due funzioni in un solo dispositivo pronto da installare.

 

Come si leggono i contabilizzatori di calore

La lettura dei contabilizzatori di calore nel condominio può essere effettuata in due modalità.

La prima è manuale e viene effettuata dai tecnici dell’azienda fornitrice del gas. Un addetto si occupa di controllare sul display quanta energia è stata consumata, per poi resettare il ripartitore termico per far riavviare il conteggio dei consumi.

Ancora più diffuso è il secondo sistema per leggere il contacalore: quello automatico. In molti casi i dati vengono direttamente trasmessi dal contabilizzatore al server tramite wi-fi, senza che nessuno debba segnare alcun numero.

E il privato? Dato che le informazioni sui consumi vengono inviate automaticamente non è necessario sapere come si legge il contabilizzatore di calore. L’utente non deve monitorare alcunché, tuttavia il contatore è comunque dotato del display. Basta premere il tasto centrale per far comparire la quantità di energia consumata.

Le informazioni che si possono monitorare variano a seconda al modello di contacalorie, anche se sui modelli standard si può leggere il consumo attuale e del mese precedente. Per risparmiare la batteria del contabilizzatore meglio non esagerare con i controlli manuali e lasciare che il dispositivo faccia il suo lavoro.

Contabilizzatori di calore: i trucchi

Trattandosi di piccoli contatori domestici, in internet molti cercano dei trucchi per taroccare i contabilizzatore di calore per provare a pagare meno sulla bolletta del gas.

Provare a manomettere i ripartitori di casa, per esempio allontando il dispositivo dal radiatore con del materiale, è un gesto sanzionabile dalla società fornitrice di energia oltre che inutile per contenere i costi.

L’unico trucco per risparmiare con i contacalore è agire bene sulla valvola termoregolatrice:

  • impostare la giusta temperatura in base alla reale necessità di calore nell’ambiente;
  • evitare di abbassare e alzare continuamente l’erogazione di acqua calda nei radiatori. L’impianto richiede più energia a spegnersi e riaccendersi che a rimanere costante.

Prezzi contacalore

I sistemi di contabilizzazione del calore hanno prezzi contenuti. Il costo di un singolo ripartitore parte dai 30 euro, per arrivare anche a dispositivi più professionali intorno ai 150-200 euro.

Immagine copertina: ulteria.it

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