Analizzare la classe energetica di un’abitazione è un aspetto di grande importanza per valutare sia i consumi, e quindi le spese, sia la qualità generale della vita, come il comfort termico, acustico ecc.
In questa scala, la classe A rappresenta senza dubbio la migliore, con impianti innovativi, efficienti e solitamente basati sull’utilizzo di forme di energia rinnovabile, consumi praticamente nulli e qualità della vita eccezionale. La classe energetica G, invece, è la peggiore in assoluto, rapportata ad una qualità della vita all’interno del locale scadente e consumi molto elevati, che sicuro porterà a ripercussioni sul proprio piano finanziario.
Purtroppo, la situazione in Italia non è affatto positiva in questo senso. La maggior parte del patrimonio edilizio esistente, infatti, rientra proprio in questa categoria. Anche per questo, il Governo sta cercando negli ultimi anni di spingere forte con incentivi e bonus per far eseguire interventi riqualificazione energetica, per migliorare la qualità generale della vita e delle abitazioni sul suolo italiano, ma anche per diminuire l’inquinamento ambientale, cercando di combattere i cambiamenti climatici.
Gli impianti ed elettrodomestici installati in un’abitazione di classe energetica G sono spesso datati e portano ad una notevole dispersione nell’aria di inquinanti.
Scopriamo tutto ciò che bisogna sapere su questa classe.
Cos’è la classe energetica G
Dal punto di vista strettamente tecnico, la classe energetica G è caratterizzata da un consumo (Epgl,nren) superiore a 3,50 kWh/m2anno, molto più elevato rispetto, ad esempio, a una classe energetica A1, che va da 0,80 a 1 kWh/m2anno. Ma dal punto di vista pratico, cosa porta questa situazione?
Termicamente, i costi per il raffrescamento estivo e per il riscaldamento invernale superano di ben dieci volte la soglia base, quindi con un impatto notevole a fine mese dal punto di vista delle bollette.
Ma, oltre al lato economico, non si riuscirà mai a vivere in un vero e proprio stato di comfort e benessere abitativo ottimale.
Ciò può derivare dagli spifferi che passano dagli infissi e, specialmente, problemi di umidità frequente, che può portare alla formazione di muffe, batteri, microrganismi nocivi ed anche a problemi d’infiltrazione d’acqua, con conseguente perdita di efficienza strutturale ed estetica di muri e pareti.
Pertanto, i tre aspetti principali che caratterizzano un’abitazione di classe energetica G sono:
- coibentazione praticamente nulla, inadeguata o assente, sia dal punto di vista termico sia dal punto di vista acustico;
- impianti molto datati, mal funzionanti, poco efficienti e che inquinano notevolmente l’ambiente circostante;
- nessun ricavo di energia da fonti rinnovabili.
Perché conviene svolgere interventi di riqualificazione energetica
Abbiamo visto in cosa consiste nel dettaglio la classe energetica G di un locale, a cosa è dovuta e soprattutto a cosa porta alle persone che vivono in abitazioni che appartengono a questa classe.
Appare subito evidente come svolgere interventi di riqualificazione energetica possa essere la giusta soluzione, sia dal punto di vista del comfort abitativo sia per il lato economico.
E’ possibile appunto sfruttare i vari incentivi messi a disposizione, come ad esempio l’Ecobonus.
Passare da una classe G ad una classe A comporta un incremento del valore dell’immobile sul mercato del 15%, con un risparmio economico di bollette e utenze del ben 85%. Nel medio-lungo termine sono sicuramente cifre importanti.
Non è però obbligatorio fare questo grande salto di qualità. Anche la classe energetica B, ad esempio, offre ottime prestazioni e richiede meno interventi e lavori specifici. Inoltre, bisogna considerare che molte abitazioni non possono raggiungere la classe A, il massimo della performance, anche a causa di mancanza di spazio, conformazione specifica dell’immobile ecc. Un esempio sono i classici condomini.
Per concludere, i tre lavori principali da eseguire per migliorare la classe energetica della propria abitazione sono un adeguato isolamento, ad esempio con un cappotto esterno, un cambio degli impianti con modelli più performanti e meno inquinanti e l’utilizzo di fonti di energia rinnovabili, come ad esempio tramite i pannelli fotovoltaici.