Secondo alcune statistiche europee, dalle finestre si disperde almeno il 22% dell’energia impiegata dalle abitazioni. Se tutti i vetri europei venissero sostituiti con vetri basso emissivi, si potrebbero superare i 1.115 Mega Giga Joule di risparmio energetico.
I vetri basso emissivi sono trasparenti nei confronti delle emissioni termiche del sole, permettendogli di entrare nell’edificio. Allo stesso tempo riescono a non far uscire la radiazione termica emessa dagli impianti di riscaldamento interno. Tutto questo si traduce in forte risparmio energetico sul riscaldamento.
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Vetro termico – come viene fatto
I vetri termici sono una particolare tipologia di vetro che viene rivestita con ossidi metallici, detti coating. Questo rivestimento viene realizzato con due diversi procedimenti.
Quello solitamente più sfruttato è il Chemical Vapor Deposition, CVD che avviene nello stesso momento in cui si produce il vetro. Dunque, come molti di voi sapranno il vetro si lavora da liquido. La miscela che esce dal forno viene stesa su un bagno di stagno fuso che la livella perfettamente. Dopo di che il vetro si raffredda. Durante il raffreddamento viene diretto vapore verso la superficie calda del vtero e si scatena una reazione che crea un coating ceramico. In questo caso i vetri vengono chiamati hard coating e si tratta di vetri basso emissivi dall’ottima resistenza e dalla bassa manutenzione.
Altro sistema è il Msvd, Magnetron Sputtering Vacuum Deposition che consiste nel innaffiare il vetro con metallo o ceramica bombardata da ioni. Questo processo viene eseguito a vetro finito e sotto vuoto. Questi vetri sono detti Sputtering e sono meno resistenti dei precedenti, ma hanno migliori caratteristiche di isolamento termico.
Vetro a bassa emissione: come funziona
Indipendentemente dalla metodologia di produzione, i vetri a bassa emissione riducono gli scambi termici per irraggiamento. L’irraggiamento si può indicare tramite l’emissività, che altro non è che il rapporto tra la radiazione emessa dalla superficie e la radiazione emessa dlcorpo nero alla stessa temperatura. Ad una scarsa emissività corrisponde uno scarso scambio termico.
Generalmente l’emissività di un vetro tradizionale si aggira intorno a 8/8.9. L’emissività di un vetro basso emissivo è invece intorno allo 0.1. Quindi si riesce notevolmente a migliorare il risparmio energetico installando un vetro a bassa emissività rispetto all’uso di un vetro tradizionale.
Utilizzare un vetri basso emissivi vi permetterà di risparmiare fino al 30% sul vostro risparmio energetico fin dal primo anno. Ma conviene installare questo tipo di vetri? Una volta conosciutene il prezzo, potreste essere invasi da questo quesito. Se vuoi risparmiare sulla bolletta, valuta anche gli infissi con vetrocamera.
Vetro basso emissivo: quanto conviene
Un vetro a bassa emissione ha un costo nettamente superiore rispetto a un vetro tradizionale. In linea di massima i vetri classici si aggirano tra 25 e i 40 euro al metro quadro. Un vetro basso emissivo costa molto di più. Ma facciamo un esempio pratico.
Immaginiamo di avere un appartamento di 100 mq a Milano, con un costo annuo di riscaldamento di 2500 euro. Sostituire le finestre installando vetri emissivi a basso consumo, costerà circa 6.000 euro e porteranno subito un risparmio energetico del 30%. È stato calcolato che il tempo di rientro dell’investimento è inferiore ai 5 anni, considerando anche i vari incentivi messi a disposizione degli utenti dalle varie province.
Quindi conviene installare vetri a bassa emissione? Sì, conviene. E fa bene al vostro portafoglio e anche all’ambiente, particolare da non sottovalutare.